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martedì 3 agosto 2010

L'indifferenza delle Universita italiane

A volte raggiunge limiti che non dovrebbero essere raggiunti.
L'indifferenza manifesta poi, quella che non tiene conto dei disagi, esposta, naturale, come se facesse parte del normale lavoro istituzionale, non fa altro che accrescere quel senso di sfiducia nei confronti di enti che dovrebbero essere più di altri pronti a distinguersi, incentivando la crescita sociale, e non solo culturale, per mezzo di servizi efficienti, attenzione e cura ai particolari della vita dello studente, che è già cittadino cosciente e desideroso di ricevere ciò per cui addirittura paga.

In una società e una realtà universitaria come quella italiana, dove quest'ultima rappresenta solo una fra le tante sfere istituzionali per le quali lamentarsi, tanto è sempre poco. Desiderare di ricevere ciò per cui profumatamente si paga, la maggior parte delle volte è l'unica cosa che rimane da fare.

Il sogno, che nasce anche dal desiderio, a volte infatti può essere meta irraggiungibile per alcuni, spunto per concretizzare per altri.

L'idea di Forumkore.com (in fase di chiusura) nacque proprio da questo. Dallo spunto nato dal desiderio di avere, e per il quale si pagava, ma che non si poteva avere.

Una istituzione come una Università "italiota", che non riusciva a concretizzare strumenti che aiutassero gli studenti, incentivando il loro percorso formativo e di studio mi sconcertò, prima, e mi diede la forza, poi, di fare tutto da me. Casereccio, non pagato, e gratis. Come siamo abituati noi italiani volenterosi di fare.
Sara genetico, per alcuni, ma rattoppare i buchi che le istituzioni lasciano è compito dei più sensibili, e dei più empatici e volenterosi.

Arrivano momenti però, in cui l'essere volenterosi, e "tappa buchi", si scontra contro quell'indifferenza di cui prima parlavo e che si cercava di sconfiggere silenziosamente con un'arma che vale più di mille parole e mille anateme, i fatti.

A volte nemmeno i fatti riescono a sortire gli effetti voluti, l'indifferenza si trasforma in silenzio, e il troppo silenzio alla fine sembra quasi urlare risate compiaciute.
La sensazione cioè che il volontariato sia una forma quasi voluta, mi riecheggia nella mente, che, per me che sono una persona che va a sensazioni, e si sbaglia raramente sulle sensazioni, mi porta a pensare che in fondo di gente che lavora per conto di altri, facendo risparmiare risorse a chi non vuol lavorare, conviene.

A loro.

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